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Le modifiche alla legge statale 157/1992 sono urgenti ed indifferibili

04.01.2024

Abbiamo aspeƩato più di un anno dall’insediamento di questo Parlamento italiano prima di far presentare le nostre proposte di modifica alla legge statale n. 157/92.

Abbiamo aspettato più di un anno dall’insediamento di questo Parlamento italiano prima di far presentare le nostre proposte di modifica alla legge statale n. 157/92.
Ringraziamo il senatore Bartolomeo Amidei che si è reso interprete dell’esigenza di presentare queste proposte di modifica,
anche per rispetto delle oltre 504.230 persone che le hanno sottoscritte in meno di tre mesi su tutto il territorio nazionale,
manifestando per le stesse una palese ed indiscutibile condivisione.
Ricordiamo che le nostre proposte di modifica sono composte di 17 articoli che vanno a modificare altrettante parti della vetusta ed obsoleta legge statale.
Le nostre principali proposte prevedono:
a) L’attribuzione al cacciatore del ruolo di gestore della fauna selvatica e conservatore degli habitat naturali;
b) L’equiparazione dei cacciatori italiani agli altri sette milioni e mezzo di cacciatori europei, sia nei doveri che nei diritti, nel rispetto delle loro cacce tradizionali;
c) L’inserimento del concetto delle cacce per periodi e per specie, come già avviene nel resto d’Europa;
d) L’adeguamento dell’elenco delle specie cacciabili agli allegati comunitari previsti dalla Direttiva 2009/147/CE;
e) L’abolizione della scelta di caccia in via esclusiva;
f) L’eliminazione dell’obbligo dell’apposizione degli anelli inamovibili sui richiami vivi;
g) La riattivazione degli impianti di cattura per fornire ai cacciatori i richiami vivi appartenenti a tutte le specie cacciabili;
h) La riattivazione delle cacce in deroga previste dall’art. 9 della Direttiva 2009/147/CE;
i) La possibilità per le regioni di approvare i propri calendari venatori con legge e non solo con atto amministrativo;
j) La mobilità regolamentata per la caccia alla selvaggina migratoria su tutto il territorio nazionale;
k) La commutazione da sanzioni penali a sanzioni amministrative per tutte le infrazioni di minore gravità;
l) La possibilità di tornare a conseguire l’abilitazione per l’esercizio venatorio a sedici anni.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto, preso come pietra dello scandalo da molti anticaccia ma anche da alcuni dirigenti
venatori che fanno finta di non sapere che l’età media dei cacciatori in Italia supera i sessantuno anni di età perché manca
il ricambio generazionale, va chiarito quanto segue:
a) Prima dell’avvento della L.s. 157/92 era consentito conseguire l’abilitazione all’esercizio venatorio già a sedici anni;
b) Per conseguire l’abilitazione bisogna superare difficilissimi esami che riguardano non solo la conoscenza della fauna selvatica cacciabile e non, ma anche la conoscenza delle normative comunitarie, nazionali e regionali di riferimento, le normative di carattere ambientale, la conoscenza delle nozioni sull’attività agricola, la conoscenza delle regole di pronto soccorso, il conseguimento dell’attestato di abilitazione al maneggio e all’uso delle armi rilasciato dal Tiro a Segno Nazionale;
c) Dopo aver conseguito l’abilitazione il neo cacciatore potrà cacciare, sino al compimento della maggiore età, solo se accompagnato da altro cacciatore che ha conseguito l’abilitazione da almeno tre anni;
d) In quasi tutti i paesi europei si può conseguire l’abilitazione all’esercizio venatorio a sedici, quindici o quattordici anni. In alcuni paesi come Regno Unito e Finlandia non esiste alcun limite di età, purché il giovane cacciatore sia accompagnato da un maggiorenne.
A coloro che ci accusano strumentalmente di voler armare i bambini, ricordiamo altresì che in Italia si può attualmente accedere a qualsiasi poligono di tiro ed usare delle armi a partire da dieci anni di età usando armi ad aria compressa, mentre a partire dai quattordici anni si possono usare armi da sparo la cui gittata e resa balistica superano di gran lunga quelle dei normali fucili da caccia.
Risposto nel merito alle polemiche strumentali, ricordiamo che noi abbiamo presentato le nostre proposte di modifica alla
L.s. N. 157/92 e fatte sottoscrivere da oltre 504.230 persone.
Se qualcuno ha delle proposte migliori delle nostre, le espliciti e le faccia pure presentare in Parlamento in modo tale che i
parlamentari possano giungere all’approvazione di un testo di sintesi di cui ha estremamente bisogno il nostro Paese.
Approvare queste proposte di modifica alla legge statale n. 157/92 non significa solo garantire una corretta gestione del
patrimonio faunistico e degli habitat naturali in Italia, ma significa soprattutto ridare dignità al mondo venatorio italiano.


on. Sergio Berlato
Deputato italiano al Parlamento europeo
Presidente nazionale dell’Associazione per la Cultura Rurale



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