In attesa che il Governo nazionale riduca corposamente la tassa di concessione governativa a carico dei cacciatori per la stagione venatoria 2021/2022, visto che i cacciatori, dopo aver pagato ingenti tasse di concessione, sono stati impossibilitati o fortemente limitati nell'esercizio dell’attività venatoria nel corso della stagione venatoria 2020/2021 a causa delle restrizioni e dei divieti imposti dai Decreti governativi legati alla diffusione del COVID-19, l'Associazione Cacciatori Veneti chiede alla Giunta ed al Consiglio regionale del Veneto l'emanazione di una norma che riduca di almeno il 70% le tasse di concessione regionale che sono a carico dei cacciatori del Veneto per la stagione venatoria 2021/2022, decisione che può essere presa autonomamente dalla Regione del Veneto essendo materia di sua esclusiva competenza.
Stessa identica richiesta è stata presentata a tutte le altre regioni italiane da parte dell'Associazione per la Cultura Rurale al cui Progetto nazionale hanno aderito anche l'Associazione Cacciatori Veneti e la Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane.
In questo momento di particolare difficoltà economica, occupazionale e sociale, molti cacciatori si vedono costretti a decidere se rinunciare a rinnovare la licenza di caccia visto l'elevato importo delle tasse di concessione governativa (euro 173,16) e delle tasse di concessione regionale (euro 84,00), che si aggiungono alle quote di accesso agli Ambiti Territoriali di Caccia ed ai Comprensori Alpini (mediamente dai 100 ai 300 euro).
La risposta alla nostra richiesta di riduzione della tassa di concessione regionale rivolta alla Regione del Veneto dimostrerà se, chi ha preso i voti dei cacciatori in occasione delle recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto, si dimostrerà all'altezza della fiducia ricevuta.