Il Consiglio regionale del Veneto fa tre passi indietro anziché farne uno in avanti come promesso.
La montagna ha partorito un piccolo topolino, a differenza di quello che pomposamente era stato promesso.
La classe politica regionale ha dimostrato di non saper ascoltare le categorie economiche e sociali interessate alla corretta pianificazione del territorio ed alla corretta gestione del patrimonio faunistico e degli habitat naturali, fidandosi di qualche suggeritore che, in cambio della promessa dei voti di cui in realtà non dispone, ha fatto approvare un nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale che privilegia più il mantenimento delle poltrone per qualche dirigente venatorio che su quelle poltrone siede dal lontano 1996, al quale sarà consentito di rimanervici seduto per almeno i prossimi dieci anni, alla faccia del rinnovamento e del ricambio generazionale.
Con il nuovo PFVR la Giunta regionale potrà scaricare sugli ATC e CA l’onere di risarcire i proprietari ed i conduttori deli fondi per l’esercizio dell’attività venatoria.
Spetterà alla Giunta regionale stabilire i criteri per la determinazione del TASP sul quale fare il calcolo per consentire l’ammissibilità dei cacciatori negli ATC e nei CA.
È stato stabilito che, mentre precedentemente al nuovo PFVR il rapporto cacciatore territorio era di un cacciatore ogni sei ettari, con il nuovo PFVR il rapporto sarà di un cacciatore ogni 14,3 ettari. Ciò significa che negli ATC ci potranno stare meno della metà dei cacciatori che ci potevano stare con il precedente PFVR. Questo si ripercuoterà negativamente anche sul calcolo dell’ammissibilità dei cacciatori alla mobilità per la caccia alla selvaggina migratoria.
È stato stabilito che nel Territorio Lagunare e Vallivo del Veneto si potrà cacciare per soli tre giorni a settimana, dal momento che è stato inserito nel nuovo PFVR che le due giornate integrative per la caccia da appostamento alla selvaggina migratoria nei mesi di ottobre e novembre potranno essere concesse dalla Regione solo previo parere favorevole da parte dell’ISPRA. Va ricordato che l’ISPRA non fornisce mai il suo parere favorevole per usufruire delle due giornate integrative. Ne consegue che in Zona Lagunare e Valliva non si potrà più usufruire delle due giornate integrative nei mesi di ottobre e novembre.
Si attribuiscono agli ATC e CA poteri di programmazione e non solo di gestione. Questo significa che ogni ATC, anche attraverso i patti associativi, potrà stabilirsi le proprie regole solo in senso restrittivo, farsi i propri regolamenti, irrorare autonomamente sanzioni ai cacciatori, fare i propri calendari.
Con il nuovo PFVR si prevede la possibilità ai presidenti degli ATC e dei CA che sono in carica dal lontano 1996 di rimanere ancora in carica per almeno altri dieci anni.
I presidenti degli ATC e CA non potranno essere eletti dalla base associativa dei cacciatori ma verranno eletti dai componenti dei Comitato direttivi che, al loro interno, si eleggeranno il presidente.
Si prevede la possibilità di aggirare il divieto di attribuire uno stipendio o un gettone di presenza ai componenti dei Comitati direttivi, prevedendo l’elargizione di compensi per le prestazioni d’opera o di servizio.
Nei Comprensori Alpini verrà riservata una giornata settimanale in cui è possibile esercitare il prelievo venatorio solo con armi a canna rigata.
Il cacciatore potrà essere ammesso all’esercizio venatorio nei Comprensori alpini solo ed esclusivamente se accetterà preventivamente ed incondizionatamente le condizioni dello Statuto del Comprensorio Alpino.
Stupisce constatare il silenzio assordante dei dirigenti delle altre associazioni venatorie che, probabilmente sperano di ricevere un osso da coloro che potranno banchettare alla faccia dei diritti dei loro stessi associati.
N.B.: Non appena sarà reso disponibile il testo definitivo approvato dal Consiglio regionale del Veneto (che si discosta ben poco dal testo approvato dalla terza commissione consiliare) verrà diramata una nota integrativa.
Segreteria regionale
Associazione Cacciatori Veneti