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BEN VENGA L'INDAGINE DELLA CORTE DEI CONTI E DELLA GUARDIA DI FINANZA.

31.05.2021

Ben venga l'indagine della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza sulle somme erogate dalla Regione del Veneto a seguito di un bando pubblicato l’8 giugno 2018 n. 802, conseguente all'applicazione della legge approvata dal Consiglio regionale del Veneto che storna alle Associazioni venatorie una piccola parte delle somme introitate dalle tasse di concessione pagate ogni anno dai cacciatori del Veneto.

È utile precisare che Sergio Berlato è stato eletto, a norma di Statuto, Presidente dell'Associazione Cacciatori Veneti a fine luglio 2019 e che all'epoca dell'erogazione del contributo regionale ( 2018 ) non ricopriva alcun incarico all'interno dell'Associazione, come è utile ricordare che il contributo è stato erogato a tutte le associazioni che hanno partecipato al bendo regionale e che quello erogato all' Associazione Cacciatori Veneti, che è la seconda per numero di iscritti a livello regionale, è  stato nel 2018 di € 43.377,12, contributo che è stato tutto utilizzato nel rispetto e per le finalità previste dal bando della Regione del Veneto.

Va ricordato che ogni cacciatore del Veneto, oltre alle tasse che è tenuto a pagare come tutti gli altri cittadini, per poter esercitare l'attività venatoria deve pagare ogni anno una tassa di concessione governativa di € 173,16. Oltre a questa tassa deve pagare una tassa di concessione regionale di € 84,00. Oltre a questo deve pagare una tassa per gli appostamenti di € 55,78. Oltre a questo deve pagare la quota di accesso agli Ambiti Territoriali di Caccia o ai Comprensori Alpini che va dai 100 ai 300 €. Se moltiplicate queste somme per i 40.000 cacciatori del Veneto, comporta un risultato di 20.517.600 euro (ventimilionicinquecentodiciassettemilaseicento) che i cacciatori del Veneto versano ogni anno all'Erario. Di questi 20.517.600 € la Regione del Veneto ne storna 218.000 (duecentodiciottomila) alle associazioni venatorie per finanziare progetti di ripristino ambientale, di iniziative per contrastare il bracconaggio, di informazione e formazione sulla corretta gestione del patrimonio faunistico e conservazione degli habitat naturali. Questi progetti devono essere vagliati ed approvati preventivamente dalla Regione del Veneto ed i soldi vengono erogati solo dopo che la Regione ha verificato a consuntivo l'effettiva realizzazione di questi progetti. Non si capisce quindi dove stia il problema o cosa ci sia di così scandaloso nel veder utilizzati 218.000 € per iniziative di pubblica utilità dei 20.517.600 che i cacciatori del Veneto versano ogni anno all'Erario?

L'Associazione Cacciatori Veneti non teme alcun tipo di indagine, avendo i propri bilanci certificati ed approvati ogni anno dall'Assemblea dei soci, così come prevede il proprio Statuto. Ci auguriamo che la stessa cosa valga anche per tutte le altre associazioni venatorie operanti in Veneto ma anche per tutte le associazioni animal-ambientaliste che ogni anno ricevono corposi contributi pubblici senza che i propri aderenti versino alcunché all’Erario.

 

on. Sergio Berlato

Deputato italiano al Parlamento europeo

Presidente dell'Associazione Cacciatori Veneti



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